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© TILL JANZ

Dior by Starck

AL SALONE DEL MOBILE 2023 DI MILANO, DIOR MAISON E PHILIPPE STARCK PROSEGUONO LA LORO COLLABORAZIONE CON UNA COLLEZIONE COMPLETA DI MOBILI DALL’ELEGANZA SENZA TEMPO, COME LA POLTRONCINA MONSIEUR DIOR. SEGRETI E GENESI DI UN’ALLEANZA D’ECCEZIONE. DI MARIE AUDRAN.

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In una mite settimana di aprile 2023, la folla si è accalcata di fronte a Palazzo Citterio, prestigioso edificio milanese del XVIII secolo nel cuore dell’effervescente via Brera, arteria nevralgica del Salone del Mobile. Nel corso di questo evento sempre ricco di fascino, Dior ha presentato in esclusiva le nuove creazioni di Philippe Starck per la Maison, tra cui Monsieur Dior: l’irresistibile poltroncina ispirata all’iconico modello Médaillon, immaginata sulla scia della sedia Miss Dior, ideata dal famoso designer francese per Dior in occasione del Salone 2022.



Come un carosello poetico, una giostra incantevole, la scenografia – progettata con il collettivo Soundwalk1 – ha rivelato l’essenza delle curve che contraddistinguono l’emblematico modello Médaillon in un gioco di levitazione ritmato dalle musiche e dai video appositamente composti per questa installazione a gravità zero. Una magia ipnotica che prolunga la scoperta della famiglia di mobili couture Dior by Starck2

Incontro con Philippe Starck, che svela, per Dior Magazine, i “lati nascosti” della sua (totale) carta bianca. 
1. Musiche del Soundwalk Collective. Voci: Fanny Mulay Winter, Youka Snell, Joanna Deborah Bussinger, Larissa Tsevi-Unterdörfer, Douglas Pisterman, Fernando Morales, Noah Slee, Simone Ferrante. Archi: Davis West, Lucas Sanchez, Marie Langlamet, Wolf Hassinger. Conduzione e arrangiamento del quartetto d’archi: Zacharias Falkenberg. Arrangiamento supplementare: Aurélien Rivière.
2. La nuova collezione Dior by Starck sarà disponibile nelle boutique Dior selezionate a partire dal 2024 oppure su ordinazione presso tutti gli indirizzi della Maison.
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© ADRIEN DIRAND

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© Adrien Dirand

MARIE AUDRAN: Qual è stata l’ispirazione di questa seconda collaborazione con Dior?

PHILIPPE STARCK: Dopo Miss Dior, era naturale ampliare la “famiglia” con l’inedita poltroncina Monsieur Dior. Abbiamo iniziato con la Miss, Catherine, la sorella di Christian Dior, e poi abbiamo logicamente continuato questo secondo dialogo creativo con il fratello, Monsieur Dior, il couturier fondatore della Maison, l’origine di tutto. Mi sono reso conto che, al centro dell’incontro con Dior, c’era la gravità, l’unica cosa che esiste davvero secondo Einstein. Questa forza che ci tiene legati alla terra. La sedia Miss Dior è fatta di leggerezza poetica. Quando cammina, danza. Quando corre, vola. La poltroncina Monsieur Dior, invece, è molto “trattenuta”, come un’incarnazione ancorata della realtà.

MA: Questo duo di creazioni è così perfettamente equilibrato attraverso nozioni essenziali ed esistenziali…

PS: Dallo yin allo yang! Al centro c’è un paradosso magnifico: fare il meno possibile per dare il massimo possibile. Perché il vuoto è più potente del pieno. Un modo di esplorare sempre più la mia passione per le culture asiatiche, che descrivono gli oggetti “dall’intorno”. Miss Dior Monsieur Dior, Catherine e Christian, sorella e fratello, sedia e poltroncina, leggerezza e gravità: è la storia di due esseri umani nella loro sublime dualità complementare.

MA: Questo ha dato vita a una poltroncina più ampia, estremamente confortevole, come se la purezza fosse avvolta (ancor più) di morbidezza…

PS: Il comfort di ciò che disegno è fondamentale. Se creassi dei mobili scomodi, sarei uno scultore (e non un ingegnere). Sono molto fiero di svolgere un lavoro come il mio, in cui bisogna armonizzare ergonomia, ispirazione, semiologia e funzionalità. Questo vale ancor di più per una poltroncina, un’alleata che ci permette di rilassarci, lasciarci andare, sognare… Qui il comfort è reale e sorprendente, considerato il suo minimalismo.

"Miss Dior e Monsieur Dior, Catherine e Christian, la sorella e il fratello, la sedia e la poltrona, leggerezza unita alla gravità: è la storia di due umani nella loro sublime dualità complementare".

– Philippe Starck

MA: Così ha firmato il set di mobili più completo mai realizzato per Dior…

PS: Si tratta di una collezione di mobili couture arricchita da piccoli fratelli e sorelle molto funzionali, come ad esempio un tavolino d’appoggio, sempre utile per riporre un libro o un vassoio, e degli sgabelli, tutti estremamente eleganti. Poi ci sono i tavoli, elementi materni dove ci nutriamo e riuniamo durante i pasti, al cospetto di una regina madre. Ci sono tavoli rotondi, ovali… un’evocazione di Madeleine, madre di Christian Dior e appassionata di giardinaggio, che potremmo immaginare intenta a sistemare un mazzo di fiori sul tavolo da pranzo.

MA: L’ intera collezione è attraversata dall’ idea di una modernità senza tempo…

PS: Oltre all’iconico ovale della sedia Médaillon Louis XVI, questi oggetti sono creazioni moderne che si adattano alle nostre vite contemporanee. La nobiltà dei materiali è al centro di tutto, dalla pietra al rame. Non c’è niente di finto e pochissimo rivestimento, non si mente. You get what you see!

MA: Oltre all’alluminio che lei ama molto, ci sono anche altri materiali in questa “famiglia couture”, come il rame rosa, che lei descrive come “ fantasia allo stato puro, tenerezza…”.

PS: L’alluminio è il punto di partenza per qualsiasi costruzione, l’idea di intelligenza e purezza della tecnologia. L’oggetto così com’è nella sua origine, nella sua essenza. C’è anche la profondità del nero che punteggia immancabilmente la toile de Jouy: non è un colore, ma una quintessenza della scomparsa. Per quanto riguarda i tessuti, li amo tutti, anche se, nella mia fiera femminilità, ho una predilezione per la toile de Jouy rosa pallido su sfondo bianco per la sua freschezza delicatamente anticata e patinata. La toile de Jouy arancione fluorescente, che irrompe sulla scena con il suo lato punk, evoca il ruolo dell’alta moda contro la noia. Il tessuto bouclette, invece, è ipercomodo, una personificazione della potenza della morbidezza quando fuori fa freddo. È l’amico che ti avvolge con il suo abbraccio. Il filetto in ciniglia è una piccola fantasia a parte, una piccola follia che fa le grandi follie dell’alta moda.

MA: Come descriverebbe il suo processo creativo?

PS: Questo processo inizia nella nostra memoria collettiva, si sintetizza nel cervello e si proietta nella mano umana: un foglio e una matita, un sistema artigianale fin dalla genesi. Poi ci si rivolge agli ingegneri, essi stessi artigiani, che lavorano con estrema attenzione. Un artigiano incredibilmente ricco di talento aggiusta, con piccole lime, giorno dopo giorno e con infinita meticolosità, le diverse parti dello stampo per evitarne il “gioco”, le differenze. È un’alchimia dei mestieri, dove visione, memoria, creatività, artigianato, mano, ingegneria e magia del dettaglio si fondono insieme, armonizzandosi.

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© Adrien Dirand

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© TILL JANZ

MA: Cosa evoca per lei la figura di Monsieur Dior?

PS : In Christian Dior esiste un perfetto equilibrio, solido e sottile, tra mascolinità e femminilità. Per me questo è il segreto della longevità e dell’importanza della sua opera. Quando si è perfettamente al proprio posto, non si può che essere solidi e durare nel tempo. Per questo ho voluto realizzare una poltroncina ultra-tecnologica, ma anche estremamente aggraziata. Sono stato nuovamente ispirato dalla leggiadria, dalla posa, dall’eleganza della caduta. Nella moda una delle cose più importanti è proprio la caduta, cioè il “come cade” una creazione. “Cade bene”: questo concetto richiama continuamente la mia attenzione.

MA: Monsieur Dior parla del concetto di “caduta” già nel 1955 durante una sua conferenza alla Sorbona: “Quando parliamo dell’architettura di un abito, non stiamo usando un’espressione vuota. “Un abito viene costruito, e viene costruito in base al senso dei tessuti, è il segreto della moda ed è un segreto che dipende dalla prima legge dell’architettura: quella dell’obbedienza alla gravità”. La caduta di un tessuto definisce la linea e l’equilibrio di un abito”. In cosa consiste l’unicità di questo progetto Dior?

PS: Dior mi ha dato totale carta bianca, il che, oggi, è molto raro. Il risultato è un prodotto totalmente Dior e allo stesso tempo molto personale. L’evocazione di una silhouette ancestrale legata al passato non impedisce l’indipendenza dello spirito: ho lavorato nella massima libertà. Penso che quando si vuole creare un oggetto che renda felici, è essenziale che ogni attore, dall’artigiano al venditore, sia sereno in ogni fase. Quest’eleganza del vivere, quest’intelligenza relazionale, è fondamentale. Questo è ciò che ha contraddistinto la mia collaborazione con Dior sin dall’inizio.

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