| L’arte di vivere, per Christian Dior, è prima di tutto un’espressione della bellezza, che traduce il suo sguardo di esteta e, al contempo, la sua sincera propensione per l’ospitalità, la condivisione, l’amicizia, l’eleganza dell’atto di accogliere.
Il 1947, anno del trionfo del rivoluzionario New Look, segna la rinascita del Plaza Athénée. Il couturier ne fa subito il suo luogo prediletto e adora consumare i pasti sotto gli ombrelloni del sublime cortile con giardino. Tra un impegno e l’altro, ama trascorrere momenti di convivialità con le persone a lui più care nei luoghi emblematici della Ville Lumière, tra cui Les Deux Magots, la brasserie Lipp, Boeuf sur le Toit, Stresa o il Bar des Théâtres, nei pressi degli atelier dell’iconico 30 di avenue Montaigne.
Nei ricercati salotti del suo “regno dei sogni”, i modelli, uno dopo l’altro, prendono i nomi dei suoi luoghi ed edifici preferiti. Nell’opera Christian Dior et moi, il couturier confida: “C’erano (…) abiti chiamati Paris, New York, London, Plaza, Ritz e Maxim’s in onore di queste grandi capitali e dei luoghi che la mia professione mi portava a frequentare“. Mosso da questa passione, Christian Dior si adopera per creare modelli su misura squisitamente evocativi, chiamati Bonbon, Chantilly, Châtaigne e Petit Dîner per la sfilata haute couture autunno-inverno 1947, o ancora Pain d’épices, Poivre et sel e Réglisse per la collezione primavera-estate 1951.
Ispirandosi proprio ai momenti di golosità e di convivialità che scandiscono la giornata, immagina anche una serie di outfit dedicati, perfetti per il pranzo, l’ora del tè, il cocktail o la cena. A ogni momento della giornata il suo (new) look! |