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© CLARA BALZARY

Dioriviera:
UN INVITO
AL SOGNO

CAPRI, FORTE DEI MARMI, SAINT-TROPEZ, IBIZA, MYKONOS, BODRUM... CALDE DESTINAZIONI EVOCATE DALLE CREAZIONI DIORIVIERA COME ALTRETTANTI E AMMALIANTI INVITI ALL’EVASIONE E AL SOGNO. UN GIRO DEL MONDO CHE SI RINNOVA STAGIONE DOPO STAGIONE, UN’ODISSEA DIOR ETERNAMENTE REINVENTATA. DI LUCIE ALEXANDRE.

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© Association Willy Maywald/ADAGP, Paris, 2024

Tutto comincia nel sud della Francia, in Provenza. I paesaggi, i profumi, il canto delle cicale, il mare in lontananza, la vasta distesa blu, e il sole, caldo e luminoso... Per Christian Dior qui ogni cosa è un delizioso piacere. Ed è proprio in quest’oasi di pace che lo stilista trova rifugio, anzi due: prima a Callian, dove raggiungerà la famiglia durante la guerra, poi nello Château de la Colle Noire, grazie al quale, a partire dal 1951, si ritaglia momenti di tregua dal ritmo sfrenato della capitale. Non lontano da Grasse e da Cannes, questo maestoso edificio, che, per citare le sue stesse parole, diventerà la sua “vera casa”, è circondato da giardini e vasche da lui stesso disegnati, ma anche da alberi secolari, essenze rare e fiori dagli effluvi delicati… Qui Christian Dior fa giardinaggio, pota le vigne, produce olio d’oliva…

Queste fughe al sud diventano per lui veri e propri momenti sospesi nel tempo, lontani dal fermento del 30 di avenue Montaigne, cuore pulsante del mondo della moda. Da Cabris a Hyères, passando per Saint-Raphaël, Christian Dior si rigenera nella natura provenzale. Si lascia pervadere dai profumi dei campi di lavanda, dalle sfumature cerulee e continuamente cangianti del Mediterraneo, dall’aura unica di questa terra di elezione. Un’atmosfera gioiosa che assapora in compagnia dei familiari nei suoi ristoranti preferiti. Raffinato edonista, apprezza la cucina de L’Oustau de Baumanière, a Les Baux-de-Provence, che considera “il miglior ristorante di Francia in uno dei più bei luoghi del mondo”, per citare le parole da lui lasciate nel 1953 nel libro degli ospiti. All’epoca, il ristorante è gestito dallo chef Raymond Thuillier, un amico che firmerà la prefazione di La Cuisine cousu-main* , libro che raccoglie i piatti preferiti dello stilista. Christian Dior apprezza anche i dolci di Sénéquier, a Saint-Tropez, che gusta sulla terrazza della pasticceria. Si diletta, inoltre, a scovare nuovi ristoranti, contribuendo alla rinascita dello spirito epicureo e dandy tipico della French Riviera.

* La Cuisine cousu-main, Christian Dior, Parigi, 1972.

In Provenza, lo stilista trova una nuova energia e si prende del tempo per lasciare libero sfogo all’immaginazione. “Avenue Montaigne è molto distante; è all’altro capo del mondo”, afferma nelle sue memorie. È in questi periodi di ritorno alla semplicità e ritrovata intimità che abbozza i modelli delle future sfilate. In un’intervista, la sua fedele collaboratrice Raymonde Zehnacker rievoca così queste sessioni creative: “Due volte l’anno, partivamo insieme. Per tre settimane, sembrava del tutto inoperoso. Poi però tornavamo con un sacco di bozzetti. Dopodiché, si decideva su quale basare l’intera linea.” Tra i completi haute couture dedicati al Mediterraneo, mare a cui Christian Dior riserva un posto speciale nel proprio cuore… vi sono Monte-Carlo, Cannes, Italie, Riviera e Azur. Dalla fredda Parigi, la linea Boutique propone capi freschi e divertenti, altrettante promesse di orizzonti caldi e luminosi. Abiti casual con tasche, accappatoi, cappelli a falda larga, short e pagliaccetti si abbinano a tessuti a fiori o vichy. Anche in questo caso, i nomi dicono tutto: Antibes, Bain de minuit, La Croisette, Méditerranée… Questo guardaroba estivo ed elegante segna l’inizio di un’arte di vivere irresistibilmente Dior.

Quest’altrove ideale ispira le capsule collection Dioriviera immaginata da Maria Grazia Chiuri. Impregnata di questo saper vivere caro a Christian Dior, la nuova selezione stagionale nasce come prosecuzione di un’estate eterna, universale. Ibiza, Saint-Tropez, Sanya, Bali, Seul, Monaco, Hội An... per  citare soltanto qualche nome: città e isole (greche, italiane...) si aggiungono a quest’itinerario da sogno man mano che vengono inaugurati nuovi e affascinanti pop-up store, dalle scenografie sempre più spettacolari. In vista della collezione Autunno 2024, queste boutique temporanee si trasformano in giungle abilmente rivisitate, nelle quali gli animali selvatici che popolano l’emblematica toile de Jouy prendono vita sotto forma di opere a grandezza naturale rivestite di conchiglie.

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© PAMELA HANSON

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© CLARA BALZARY

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© PAMELA HANSON

“Avenue Montaigne è molto distante; è all’altro capo del mondo.”

– Christian Dior

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Photographie de Georges Saad, All right reserved © Jalou Éditions/L’Art et la Mode

Di destinazione in destinazione, tutte meravigliose e i cui nomi accompagnano le creazioni come suggelli poetici, si dispiega un vero e proprio invito al viaggio: i look si vestono di tonalità vibranti e di stampe che rimandano all’immaginario e all’identità di ciascuna di queste tappe verso la felicità. Frutto della “dolce  vita” alla francese, Dioriviera diventa una collezione a tutti gli effetti o, per meglio dire, un inedito world concept. Al di fuori del prêt-à-porter, questi suggestivi codici animano anche una serie di oggetti d ’eccezione, dalle sedie a sdraio agli accessori sportivi, realizzati dalla Maison Dior per deliziosi momenti di relax.

Un dolce far niente in nome della leggerezza che ha guidato anche Francis Kurkdjian nell’ideazione della fragranza Dioriviera per La Collection Privée Christian Dior: un carosello di sensazioni e ricordi! Un’aria di vacanza che riecheggia anche nei diversi eventi immaginati da Parfums Christian Dior. Quest’estate, infatti, un’accattivante crociera solcherà la Senna, proponendo numerosi trattamenti su misura e attività di benessere che rinnoveranno, attraverso un’inedita pluralità, la magia Dioriviera.

Celebrazione della collezione Dior Autunno 2024, questo quarantaseiesimo numero ci accompagna in un’affascinante fuga sull’isola di Hydra, gioiello greco incastonato nel mar Egeo in cui si rivelano i capi della collezione Dioriviera.

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