L’Atelier delle
meraviglie

Impreziositi da pieghe raffinate, eleganti ricami o delicati trompe-l’oeil, i modelli Dior haute couture primavera-estate 2025 sfumano i confini tra finzione e realtà. Un momento sospeso nel tempo, una straordinaria celebrazione dell’alta maestria artigianale. Di Mathilda Panigada.

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© SOPHIE CARRE

Da un’epoca all’altra, da un mondo all’altro, da una femminilità all’altra. Dal meraviglioso al reale. Per questa nuova collezione, Maria Grazia Chiuri esplora la moda attraverso il prisma delle sue metamorfosi e il modo in cui queste prendono vita in un racconto quasi magico. La Direttrice artistica ci porta dall’altra parte dello specchio, in un regno incantato dove il tempo si ferma, dove le regole della logica e delle convenzioni si fanno labili. Un’odissea couture che si racconta attraverso molteplici diramazioni e influenze, dall’eredità della Maison ai miti contemporanei, e modella un universo unico, sfuggente.

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© Melinda Triana

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© SOPHIE CARRE, © LEBUISSON

Questa dimensione – disegnata dall’installazione monumentale di Rithika Merchant, che incornicia la sfilata – fa risplendere una costellazione di savoir-faire che esalta ancor di più l’idea di un’estetica astratta, dove l’assurdo e la bellezza sembrano inestricabilmente legati. Quest’eccellenza plurale si manifesta con splendore in una serie di crinoline rivisitate che ripercorrono la storia del costume, il cui punto di partenza è l ’haute couture autunno-inverno 1952-1953 di Christian Dior, e più in particolare l’abito Cigale, le cui curve originali sono trasposte in diversi modelli. Concepiti come veri e propri scrigni delle meraviglie, questi pezzi rivelano una costruzione in bambù, un materiale scelto per la sua robustezza e flessibilità, prodezza dell’artista e designer Laure Julien. Specializzata nella lavorazione del vimini, ha sviluppato, per Dior, strutture resistenti e incredibilmente delicate che accompagnano il corpo nei suoi movimenti. Creazioni poste tra scultura e performance, che divengono, per ognuna di loro, il rifugio di un mondo fantastico. Grazie all’infinita abilità di Nathalie Seiller Dejean, specializzata nell’arte della gioielleria in paglia, le crinoline sono costellate di api, lumache o libellule elaborate con questo materiale semplice eppure eminentemente poetico; sono impreziosite da fiori in organza o antichi pizzi, raffiguranti prodigiosi ecosistemi sartoriali. Sono opere in seta, tinte di surrealismo, declinate in diverse variazioni, accorciate o sproporzionate, riecheggiando quest’idea di mutazione permanente della moda.

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© SAHIBA SINGH

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© CHRISTIAN DIOR COUTURE

“Io penso che il fenomeno si spieghi con il fatto che, da quando la fata madrina di Cenerentola non esercita più, il sarto viene visto come [...] Il fabbricante di sogni che trasfigura la donna”.

– Christian Dior

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© CHRISTIAN DIOR COUTURE

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© CHANAKYA SCHOOL OF CRAFT

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© Melinda Triana

Una riflessione che si manifesta anche nell’uso del crine, che struttura i drappeggi virtuosi di un abito e li completa con ornamenti raffinati. Materiale ibrido che gioca con i contrasti, si svela in un sapiente uso delle trasparenze, sostenendo il volume di una gonna fraise dal drappeggio al contempo aggraziato e rigoroso, abbinata ad un corsetto. Il tutto è impreziosito da fiocchetti raffinati, riferimenti ai ricami che hanno sublimato i modelli di Monsieur Dior negli anni ’50. Per celebrare i rari savoir-faire dell’atelier Lebuisson, ogni fiore, composto da piccole strisce di crine, è finemente ridecorato con raso, posizionato a mano, quindi cucito con rose applicate e sfere perlate dai riflessi ipnotici.

Questo mondo vegetale trasforma gli outfit in sontuosi giardini d’alta moda. Un sogno bucolico, divenuto realtà grazie alla maestria degli atelier Chanakya, ai quali la Maison ha chiesto di realizzare i fiori che adornano una selezione di abiti. Al crocevia tra ricami e passamanerie, ogni petalo è realizzato in soffice mousseline, e successivamente decorato con perle e pietre. Una volta realizzate, le corolle vengono applicate sulla rete del corsetto per farle cadere a cascata sulla crinolina, evocando quella gioiosa spensieratezza di una passeggiata in campagna. Un istante di grazia, che testimonia ancora una volta l’incommensurabile maestria degli artigiani, capaci di cucire in rilievo sul tessuto i circa 1.400 fiori che decorano ogni pezzo.

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© SOPHIE CARRE; MAISON LESAGE/19M

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© SOPHIE CARRE

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© CHRISTIAN DIOR COUTURE

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© Melinda Triana

Quest’arte del trompe l’œil e dell’illusione è il campo di  competenza dell’atelier Pagliani. Per la sfilata Dior haute couture primavera-estate 2025, l’azienda italiana è stata invitata a realizzare le piume in organza che punteggiano alcuni abiti, trasformando le modelle in  donne-uccelli che spiccano il volo in un universo onirico. Perpetuando tecniche del xix secolo, gli artigiani hanno formato i petali utilizzando strumenti antichi, tramandati di generazione in generazione, prima di dipingerli uno a uno per dare loro profondità e poi assemblarli. Un processo che richiede molto tempo, gesti precisi e meticolosi, per offrire alla creazione quest’effetto leggero, straordinariamente naturale.

Meraviglioso incontro tra eccellenze, i ricamatori e  rifinitori degli atelier Hurel, Jato, Lemarié, Lesage, Safrane, Vermont e Vermeulen hanno messo in pratica i loro talenti e l'alta precisione dei loro gesti per trasformare ogni look Dior in un vero e proprio sogno d’alta moda. Un dialogo appassionato tra mestieri; un tributo infinitamente poetico all’haute couture che permette, più che mai, di esaudire ogni desiderio.

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© Sophie Carre

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© Sophie Carre

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© NATHALIE SEILLER DEJEAN

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© Sophie Carre

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