La magnificenza
della Scozia

Moltiplicando i riferimenti alla storia e alla sartoria e alle tradizioni tessili della Scozia, la collezione Dior Cruise 2025 di Maria Grazia Chiuri risuona come una lettera d’amore, un inno a questo Paese affascinante, fonte di inesauribili ispirazioni. Una sfilata-manifesto, guidata dalla figura di Maria Stuarda. A metà tra romanticismo gotico e tendenze irresistibilmente punk.

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© RUBY PLUHAR, © TRISHA WARD, © ADRIEN DIRAND, © CHRISTIAN DIOR COUTURE, © LAORA QUEYRAS

Teatrale e meravigliosamente bucolica, l’atmosfera della sfilata è contrassegnata dallo splendore di un luogo maestoso, magnetico, quasi mistico. Per la collezione Dior Cruise 2025 Maria Grazia Chiuri ha scelto il castello scozzese di Drummond: nuova tappa di una cartografia che raccoglie le destinazioni che hanno plasmato il patrimonio della Maison. Eretto nella campagna del Perthshire nel XV secolo, questo castello in pietra grigia riflette sontuosamente i secoli che ha visto succedersi anno dopo anno sin dalla sua costruzione. Più in basso, i suoi giardini terrazzati alla francese, che richiamano legami storici indissolubili, offrono una passeggiata spettacolare lungo vialetti accuratamente strutturati, punteggiati da aiuole di rose, lavanda officinale e ginepro, aceri giapponesi, ciliegi e cipressi, che disegnano in due diagonali la croce di Sant’Andrea, patrono della Scozia. Un paesaggio favoloso dalla bellezza rigogliosa. In questo dipinto immersivo, illuminato dalla magia della luce del sole al tramonto, la Direttrice Artistica delle linee donna Dior ha rivelato 89 nuovi outfit. Un esercizio di stile trionfale che si è aperto sugli accordi di cornamusa della musicista Brìghde Chaimbeul, in un’anticipazione della virtuosa partitura che seguirà.

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© ADRIEN DIRAND / DRUMMOND CASTLE

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© Ruby Pluhar

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Le ispirazioni sono al contempo plurali e inequivocabili: il desiderio di Maria Grazia Chiuri è quello di far risplendere la storia della Scozia attraverso l’importanza rivestita dalla cultura scozzese nella genesi della Maison1, così come i suoi savoir-faire ancestrali, grazie alle diverse collaborazioni creative con Harris Tweed Hebrides, Johnstons of Elgin, Esk Cashmere, Robert Mackie o l’etichetta Le Kilt. Ma al di là di una lettura univoca delle tecniche tessili locali, Maria Grazia Chiuri ha voluto prendere in esame la figura di Maria Stuarda, raccontata da Clare Hunter nell’opera Embroidering Her Truth: Mary, Queen of Scots and the Language of Power2, che esplora l’avvincente destino di quest’affascinante regina dal punto di vista del ricamo. 

Così, le influenze medievaliste prendono vita nelle maniche a sbuffo o a palloncino che punteggiano camicette, gonne a palloncino in taffetà, voluminosi strascichi ispirati allo splendore degli abiti di corte e colletti riccamente decorati con merletti. Gli abiti in velluto o in pizzo sono impreziositi da una profusione di ricami preziosi che producono squisiti giochi di consistenze e trasparenze, mentre la stampa di un cappotto interamente cucito di perle richiama gli arazzi del Medioevo. Lo spirito ribelle di Maria Stuarda si materializza nei look portando una ventata di anticonformismo. Il lessico guerriero è rivisitato con cotte di maglia rivisitate, che a turno si presentano sotto forma di plastron, boleri, tubini o crinoline ultramoderni.

Il tartan, naturalmente, è il motivo conduttore della collezione. Declinato in magnifiche tonalità di viola, rosso e giallo, in perfetta armonia con lo splendore della campagna scozzese, viene reinventato al l’infinito per sublimare un guardaroba completo. Lo troviamo nei kilt, corti o lunghi, nei blazer e nelle giacche, nei pantaloncini e nei pantaloni, così come negli abiti che evocano l’iconico plaid scozzese, delicatamente frangiati e drappeggiati intorno al corpo. Sono tante le reinterpretazioni che celebrano l’affermazione di Christian Dior secondo cui il tartan “è forse l’unico, tra i tessuti in fantasia, a essere perenne3.

1 Per due volte, nel 1951 e poi nel 1955, Christian Dior scelse la Scozia per presentare le sue creazioni, stabilendo un dialogo appassionato tra l’alta moda parigina e le numerose tradizioni tessili scozzesi.

2 Embroidering Her Truth: Mary, Queen of Scots and the Language of Power, Clare Hunter, Sceptre, 2022.

3 The Little Dictionary of Fashion, Christian Dior, edizioni Cassell & Company, Londra, 1954, tradotto in francese nel 2007 come appendice al catalogo Dior : 60 années hautes en couleurs.

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© Pierre Mouton

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© Trisha Ward

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© Ruby Pluhar

Questo tessuto leggendario lo ritroviamo anche in una serie di corsetti che espongono le tendenze punk della collezione. Con laccetti, zip o borchie, il bustier diventa un accessorio a tutti gli effetti, condividendo l’idea di una femminilità libera e conquistatrice. Una visione che si ritrascrive anche nelle cinture che abbracciano il punto vita, negli imponenti stivali con cinturini e nelle collane choker in pelle con gris-gris. L’iconica Saddle viene (ri)svelata in una variante bordata con borchie in metallo e dotata di una tracolla impressa con stemmi che uniscono simboli araldici e i codici della Maison. Dettaglio cruciale e tributo sottile, il tradizionale sporran, impreziosito dalle iniziali “CD”, completa alcuni look.

La straordinaria esibizione dei musicisti del National Piping Centre, guidati dal compositore Oliver Coates, ha aggiunto un pizzico di incanto ed emozione a questo viaggio scozzese sospeso nel tempo.

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© Finlay McDonalds © Brìghde Chaimbeul

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