Gabriella Crespi in 1970 among her Kaleidoscopes_Ph. Archivio Gabriella Crespi by Oliviero Toscani

ARCHIVIO GABRIELLA CRESPI © OLIVIERO TOSCANI

LE ALI DEL DESIGN GABRIELLA CRESPI

CREATRICE AFFASCINANTE, DESIGNER DAL GUSTO UNICO, GABRIELLA CRESPI È STATA MOLTO PIÙ DI UNA SEMPLICE ISPIRATRICE PER MARC BOHAN, DIRETTORE ARTISTICO DELLA MAISON DIOR DAL 1961 AL 1989. HA, INFATTI, LASCIATO IL SEGNO SUGLI ANNI SESSANTA E SETTANTA NEL LORO COMPLESSO E, OGGI PIÙ CHE MAI, MARIA GRAZIA CHIURI LE RENDE UN SUBLIME OMAGGIO. DI FRANÇOISE-MARIE SANTUCCI.

Studiando arte e, in seguito, architettura al Politecnico di Milano, Gabriella Crespi, nata nel 1922 da una famiglia della borghesia milanese, scopre una passione sfrenata per i pionieri del modernismo, Le Corbusier e Frank Lloyd Wright. Il gusto del le forme, in primis. La bellezza e il brio. Donna di raro carisma, Gabriella Crespi fin dagli esordi non segue alcuna scuola se non la propria.

Le sue opere sono frutto di un’inimitabile fusione di lusso e barocco, di classicismo e sofisticata sensualità. In breve tempo, i piccoli oggetti che realizza in maniera artigianale conquistano la cerchia di amici, tra cui spiccano Hubert de Givenchy, Audrey Hepburn e Gunter Sachs, che Gabriella frequenta a Roma, dove si è trasferita, lavora e riceve in un meraviglioso appartamento all’interno di un palazzo pluri-centenario.

Agli inizi degli anni Sessanta, Marc Bohan, allora Direttore Artistico di Dior, ne percepisce l’audacia e la inserisce nel proprio processo creativo. La sfolgorante milanese diventa per Bohan una fonte di ispirazione di prima grandezza.

Desiderosa di omaggiare in ogni sfilata una artista donna (di oggi come di ieri), Maria Grazia Chiuri ha voluto celebrare questa pioniera dello stile “bohème chic” in occasione della collezione Dior Prêt-à-porter autunno-inverno 2024-2025. Per la Direttrice Artistica, Gabriella Crespi incarna alla perfezione la donna indipendente e capace di imporsi in un mondo tradizionalmente dominato dagli uomini.

D : Culture - Portrait - Gabriella Crepsi
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©Melinda Triana

Come se non bastasse, questa magnifica icona milanese è una delle principali rappresentanti di un periodo di svolta, la fine degli anni Sessanta, durante il quale la moda si democratizza e avvia la propria metamorfosi verso il prêt-à-porter. In particolare, le deve molto la linea Miss Dior, lanciata all’epoca da Marc Bohan; da quel momento in poi, si tratterà davvero di vestire “tutte le donne”, come auspicato da Christian Dior, sempre in anticipo sui tempi.

In questi effervescenti seventies, Gabriella Crespi emerge tra i capofila di un nuovo manifesto che fonde moda, musica, design, arte e desiderio di un altrove. A metà strada tra arte e design, i suoi oggetti non sono destinati a essere prodotti su scala industriale. Le sue creazioni personali, come la lampada Caleidoscopio o il tavolino Plurimi, dimostrano un’inventiva che attinge a tutte le discipline, in un mix, all’epoca raro, tra codici del classicismo, dell’“esotismo” e dell’ultra-modernità.

Alla fine degli anni Ottanta, fedele alla propria meravigliosa libertà, Gabriella Crespi abbandona tutto per l’India. Qui rimane quasi vent’anni, per poi tornare in Italia. Muore nel 2017 a Milano, quasi centenaria ed eternamente coerente con uno dei propri mantra: “La mia fonte di ispirazione è l’universo.”

Gabriella Crespi in 1970 among her Kaleidoscopes_Ph. Archivio Gabriella Crespi by Oliviero Toscani