| Se l’haute couture offre a Miss Dior un’incomparabile eleganza, il prêt-à-porter gli attribuisce una femminilità affermata, una dolce follia, un’ardente vivacità. L’11 settembre 1967 accade “un felice evento per Christian Dior, è nato un nuovo dipartimento, quello del prêt-à-porter Miss Dior”. Marc Bohan, con Philippe Guibourgé, rende Miss Dior un emblema, un’incarnazione dell’emancipazione, un’icona degli anni ‘60. Il tono è meno impostato, più casual, i colori sono luminosi, i tagli accorciati di cinque centimetri sopra il ginocchio. L’energia creativa che si respira nelle strade cittadine, la vita quotidiana delle donne e l’allegra leggerezza degli anni ‘60 sono tutte influenze che rendono le linee Miss Dior un’evidenza. Lungi dall’essere una semplice tendenza, queste collezioni rispondono ai cambiamenti della società e ai desideri delle nuove generazioni, perseguendo la visione di Christian Dior, che voleva “vestire tutte le donne”. Una (r)evoluzione con una forte identità visiva, riconoscibile grazie al suo logo ipnotico. Irresistibilmente grafico, contrasta con il classicismo delle firme che appaiono sul flacone e viene esposto sui foulard e sugli altri accessori, come uno stendardo. Attraverso la sfilata Dior prêt-à-porter autunno-inverno 2024-2025, Maria Grazia Chiuri trae ispirazione da questo periodo decisivo nel corso del quale la moda esce dall’atelier per conquistare il mondo. Le silhouette evocano questo momento di transizione e continuità in modo superbo. Senza una rilettura diretta, le forme e le tonalità pop suggeriscono questa (ri)ritrovata libertà promossa da Miss Dior.
Musa delle Miss, in perpetua reinvenzione, Miss Dior è un’aura che abita tutti gli universi della Maison. Frizzante, inafferrabile, lascerà il suo segno, un’impronta inconfondibile, dal profumo all’abbigliamento, attraverso l’art de vivre. Chi è dunque Miss Dior, se non il ritratto sognante di tutte le donne? | |