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© Adrien Dirand

L’ARCHITETTO DEL SOGNO
ROBERT WILSON

PIÙ CHE UNA SEMPLICE MESSA IN SCENA, UNA PERFORMANCE. DI LUCI E DI MATERIALI. DI VISIONI E DI APPARIZIONI. DI SPAZI E DI FANTASIE. PER LA COLLEZIONE DIOR PRÊT-À-PORTER AUTUNNOINVERNO 2025-2026, MARIA GRAZIA CHIURI SI È AFFIDATA AL LEGGENDARIO “BOB” WILSON. INSIEME, HANNO DATO VITA A UN’OPERA UNICA ISPIRATA AL ROMANZO ORLANDO, DI VIRGINIA WOOLF. DI BORIS BERGMANN.

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© LAURA SCIACOVELLI

Il libro di Virginia Woolf è un po’ il riflesso del linguaggio espressivo di Robert Wilson: mutevole, plurale e poetico. In questo romanzo d’avventura, seguiamo il destino di Orlando che, nell’arco di quattro secoli, attraversa luoghi, epoche, e persino generi. Robert Wilson rievoca questo viaggio articolandolo in cinque atti. Un iceberg, un uccello preistorico, un’altalena e un prodigioso gioco di chiaroscuro scandiscono la sfilata trasformandola in un teatro onirico, dove le temporalità si sovrappongono.

Gli abiti sfilano in un mondo di ghiaccio, poi di fuoco, di rocce e infine di fumo. La femminilità si esprime meravigliosamente in tutta la sua complessità, tanto attraverso le creazioni di Maria Grazia Chiuri quanto nei movimenti e nei dettagli scenografici di Robert Wilson, il quale lascia grande libertà di interpretazione allo sguardo che si avventura in questo altrove. Con le sue parole, chiarisce le sue scelte artistiche: “Ho lavorato con il suono, ho lavorato con la luce. La luce è ciò che crea lo spazio. La luce è ciò che ci aiuta a sentire e a vedere. Non cerco di raccontare una storia. Quello che propongo è un’esperienza, dove si è liberi di pensare e di sognare”.

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© Melinda Triana

Nato nel 1941 a Waco, in Texas, nei suoi oltre cinquant’anni di carriera Robert Wilson si è sempre distinto per il suo estro creativo unico e originale. Regista, artista figurativo, scultore della luce e coreografo del silenzio, ha rivoluzionato il teatro sperimentale per mezzo di un’estetica radicale, dove ogni gesto, ogni suono, ogni luce diviene veicolo di sensazioni.

Formatosi in architettura e nelle arti figurative, in particolare al Pratt Institute di New York, nel 1968 fonda il collettivo The Byrd Hoffman School of Byrds. È in questo laboratorio sperimentale newyorkese che concepisce le sue prime opere di spicco, tra cui Deafman Glance (Lo sguardo del sordo, 1970), che sovverte i codici narrativi tradizional i. Nel 1976, in collaborazione con Philip Glass, scrive l ’opera Einstein on the Beach, un capolavoro che potremmo definire ipnotico e dirompente.

Le sue collaborazioni con figure molto diverse tra loro, come Heiner Müller, Tom Waits, Laurie Anderson, Jessye Norman e Marina Abramović, testimoniano il suo gusto per la sperimentazione e il dialogo tra le arti. Robert Wilson resta un instancabile esploratore di forme e significati, un architetto del sogno che, attraverso la potenza delle sue immagini e delle sue scenografie, ci invita a ripensare il nostro rapporto con il tempo, lo spazio, il genere e la bellezza.

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© Adrien Dirand

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