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© LAURA SCIACOVELLI

ARTE VIBRANTE

PER LA COLLEZIONE DIOR PRÊT-À-PORTER AUTUNNO-INVERNO 2025-2026, MARIA GRAZIA CHIURI PROSEGUE IL SUO LAVORO DI OSSERVAZIONE DELLE NARRAZIONI ED EVOLUZIONI STORICHE ASSOCIATE ALLE FORME SARTORIALI. UN INVITO A VIAGGIARE IN UN ALTROVE INCANTATO, TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO.

Un’altalena, un uccello preistorico, rocce, crateri e, infine, la punta di un iceberg. Per la sfilata prêt-à-porter autunno-inverno 2025-2026 di Dior, Maria Grazia Chiuri ha invitato l’artista e regista americano Robert Wilson a immaginare un mondo a parte, una nuova dimensione. Un universo suggestivo che riflette, attraverso stupefacenti chiaroscuri, proiezioni magnetiche e ipnotici effetti scenografici, l’idea di trasformazione che soggiace a tutta la collezione.

Un teatro vivente, all’interno del quale avanzano le modelle, che propone un’affascinante coreografia in cinque atti per raccontare i diversi momenti della moda e le sue trasformazioni. Attraverso i look presentati, la Direttrice artistica ha voluto guardare alla moda in quanto mezzo d’affermazione. Un viaggio creativo nutrito dal romanzo Orlando di Virginia Woolf, un’epopea iniziatica attraverso i secoli, i luoghi e i generi.

Allontanandosi da una lettura puramente storica, le creazioni sono fermamente ancorate al presente, sottolineando il ruolo funzionale dell’abbigliamento, capace di rispondere ai desideri moderni. In un appassionante viaggio attraverso differenti epoche e riferimenti sartoriali, i look della collezione sfoggiano una serie di crinoline, accorciate per accompagnare meglio i movimenti del corpo, oltre a bustini e corsetti muniti di cerniere e chiusure che giocano con i volumi per offrire leggerezza e confortevolezza.

Dalla redingote al farsetto, passando per il frac, la giacca viene ripensata, insieme a ogni sua variante, in una chiave estremamente contemporanea, senza porre limiti all’immaginazione. Di volta in volta si veste di materiali come finissimo velluto, crine minuziosamente ricamato per foggiare un tessuto a tutti gli effetti, tela tecnica e persino denim, come a ripercorrere poeticamente le impronte del tempo. Non mancano i rimandi agli archivi della Maison: le camicie bianche, tratto distintivo delle collezioni di Gianfranco Ferré, si arricchiscono di spettacolari volant, mentre l ’indimenticabile T-shirt J’adore Dior di John Galliano si reinventa attraverso preziosi decori. Tanto essenziali quanto i capi stessi, gli accessori presentati infondono un fascino elegante e sofisticato. Frutto di eccezionali lavorazioni, i colletti e i foulard si trasformano in elementi removibili e modulari che aggiungono un tocco scultoreo a ciascuna mise.

La gorgiera, ispirata ad Orlando, personaggio da cui prende il titolo l’omonimo romanzo di Virginia Woolf, viene riproposta in varie versioni realizzate in pelle, intessute, ricamate o concepite come gioielli. Prese in prestito dal guardaroba maschile, le scarpe riflettono più che mai il senso di trasformazione che caratterizza l’intera linea, mentre le borse sfoggiano morbide curve. Qui e là fioriscono eleganti baschi disegnati da Stephen Jones, la cui parte superiore è impreziosita da una perla e da un velo; l’estetica dell’abbigliamento sportivo si mescola con una sublime raffinatezza in un affascinante gioco di alternanze.

Fashion - NEWS PODIUM WINTER
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