YURIKO TAKAGI, ICONA DELLA FOTOGRAFIA GIAPPONESE, HA IMMORTALATO ATTRAVERSO LE EPOCHE TUTTE LE CREAZIONI DI HAUTE COUTURE FIRMATE DIOR SVELANDO TELE E ABITI CHE, ESPOSTI ALLA MAGIA DEL SUO OBIETTIVO, SI TRASFORMANO IN UN IRRINUNCIABILE INVITO AL SOGNO. UN OMAGGIO ALL’INESAURIBILE FONTE DI INVENTIVA DELLA MAISON, DA SCOPRIRE IN UN’OPERA INEDITA. DI MARIE ÉPINEUIL.
L’opera Dior by Yuriko Takagi2 lascia trasparire questa pulsazione, il cuore della stoffa che batte e che esalta il corpo. Col tempo, è quella particolare alchimia, è il DNA della Maison Dior che diventano tangibili. I look del couturier fondatore e dei suoi successori fanno da coreografia a un balletto di grazia, dando eco al desiderio ancestrale di Christian Dior: “La moda, misteriosa e imprevedibile, ridiventa, grazie al suo carico di ignoto, uno degli ultimi rifugi del meraviglioso1.” |
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Stessa attrazione subita da Yuriko Takagi, con una delle sue esposizioni, nel 2014, chiamata Sei: un abbandono nell’estetica carnale e sensuale dei boccioli di fiori, ognuno dei quali evoca un kanji, un carattere della scrittura giapponese dai ventotto significati, capace di descrivere tutte le fasi di una vita, se non addirittura l’intero universo... Questo approccio filosofico permea e abita nel profondo ciascuna delle immagini del libro Dior by Yuriko Takagi. |