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© LAURA SCIACOVELLI

L’essenza
dell’eleganza

PER LA COLLEZIONE DIOR HAUTE COUTURE PRIMAVERA-ESTATE 2024, MARIA GRAZIA CHIURI FIRMA UNA SERIE DI MODELLI MAGISTRALI, INTRISI DI ROMANTICISMO. UNA DIMOSTRAZIONE D’ELEGANZA CHE STIMOLA UN’INTRIGANTE RIFLESSIONE SUL SIGNIFICATO DI COUTURE.

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© Laura Sciacovelli

Sullo sfondo bianco impunturato con un motivo geometrico che evoca la doppia trama di un tessuto, si impongono ventitré abiti alti circa cinque metri ridotti alla loro espressione più semplice. Ricordano le dimensioni monumentali degli ornamenti reali e l’idea di potere che rappresentano, oltre il materiale e  il temporale. Progettata dall’artista italiana Isabella Ducrot, e chiamata Big Aura, l’installazione rif lette il desiderio di Maria Grazia Chiuri di interessarsi all’aura di una creazione haute couture e al modo in cui si inserisce nella memoria collettiva attraverso la sua unicità e la sua autenticità.

Una metafisica che la Direttrice Artistica ritrascrive modello dopo modello catturando l’anima dello stile Dior e le sue mutazioni. All’apertura della sfilata, diverse declinazioni del trench mettono in luce la ricerca di una linea pura attraverso tagli precisi e sapienti giochi di costruzione. Un virtuosismo tangibile anche nel rigore architettonico dei tailleur in tweed o in una reinvenzione spiccatamente contemporanea dell’iconica giacca Bar, abbinata a una gonna a portafoglio e confezionata in un tessuto di lana chiné. Esplorando gli archivi della Maison, la Direttrice Artistica rivisita la linea Profilée disegnata per l’autunno-inverno 1952 e per la quale Christian Dior si è ispirato alle “tecniche moderne” del ventesimo secolo, illustrando il suo fascino per il progresso industriale.

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© Laura Sciacovelli

Un dialogo tra passato e presente che prende forma anche attraverso due reinterpretazioni dell’abito La Cigale: un’affascinante versione bustier color rosso ciliegia e un modello nero a baschina in tessuto moiré. Manifestando un’energia solare, l’iconico Miss Dior si rivela in una declinazione “botton d’oro” nella quale fiorisce un favoloso erbario ricamato con nastri colorati, fili d’oro, sete e gioielli antichi.

Ondeggiante e vivo, il moiré è stato lavorato secondo tecniche artigianali prodigiose che si spingono oltre i limiti dell’eccellenza e guida la sfilata dispiegandosi in una palette di tonalità sorprendenti che ne esaltano i riflessi iridescenti. Tradizionalmente utilizzato per realizzare abiti prestigiosi, sublima cappotti dai colletti imponenti, ampie gonne dai tagli esagerati, pantaloni o abiti delicatamente drappeggiati, simboleggiando il sacro potere dell’haute couture e l’infinita poesia delle tecniche sartoriali più elaborate.

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